Il 72% delle sopravvissute a violenza domestica subisce abuso tecnologico, eppure l’industria continua a testare prodotti solo con utenti ideali, focalizzandosi sugli happy path.

Questo talk presenta un framework sistemico sviluppato attraverso ricerca collaborativa con operatori dei servizi sociali e professionisti antiviolenza.

L’approccio ha rivelato come funzionalità apparentemente innocue vengano utilizzate per il controllo coercitivo: geolocalizzatori diventano strumenti di stalking e profili condivisi intrappolano vittime in relazioni abusive.

Attraverso workshop di card sorting con esperti del settore, abbiamo identificato pattern ricorrenti di abuso e sviluppato archetipi comportamentali che sostituiscono le tradizionali user personas.

La nostra analisi evidenzia la necessità urgente di sviluppare metodologie che includano scenari alternativi fin dalle fasi iniziali di progettazione.

Questo talk propone direzioni concrete per integrare la prevenzione dell’abuso nei processi di design, perché non possiamo progettare in sicurezza se testiamo solamente con persone che hanno buone intenzioni.